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Jimmie Hepp: da Big Boss

Jimmie Hepp

You have seen zillions of his shots. Have you ever heard him talk?

Ladies and Gents the man who kept hookipa famous. The aoidos telling the tale. Jimmie Hepp.
Jimmie is as Maui guy as one can possibly be.
Haven’t got his full story but If I am not wrong he’s moved to Maui a long long time ago from Cali and has animated the island scene ever since, working multiple jobs.
How he’s ended up shooting on the rocks – thus becoming a real rockstar 😂 – is unclear.
The clear part is that he is a legend now and he van create legends.
He can make (or kill) a windsurfer’s fame and fortune.
And he will turn his head around on your best move of the day coz Hookipa is really competitive and for any good move of yours there are 3 other guys doing a better one at the same time.
Had it not been for him, the writer of this article would have never made it back to the island. All these shots of perfect action for a month long one particularly windless winter at home made me so jealous that I told myself “have to go back to Maui”. Sounds just like this year’s tale, actually.
For this simple reason he should be made a national Hawaiian monument as he’s probably single-handedly and at no charge to public finances made more for Hawaii tourism more than many other costly campaigns.
I hope the State’s Administration will sooner or later take note of this and pay him his due respects.
As a person he is super nice and sweet.
Can be rather menacing only if you forget to give him his seasonal shooting fee.

Da Big Boss will come and get you. Remember!

He has also developed a unique relationship with Ferdinando and they are often spotted strategising the day together.

Da Big Boss explaining Ferdinando how to land a type IV aerial

Every now and then Da Big Boss gets the world windsurfers worried for some minor health glitches. His absence is quickly noticed as the feed from Hookipa goes almost immediately blank.


He has a hard job.

Not just staying out there in the sun a few hours a day but the night long selection and editing process of the pictures before his almost daily post.
When I was in Hawaii I used to sleep until the time I knew he was going to post, sometimes as late as 11 or later, check the results of the day and then go back to bed.
Jimmie thank you for all your hard work on behalf of all of us.
Keep up it going and keep making windsurfing immense as you have, all these years.

The Sultan of the Roman Wave

Per compensare la piatta tiriamo fuori gli assi. Uno dei più bei video di iSurf nato dalla collaborazione con Andrea.

Si tratta di un tributo all’atleta, al suo grande amore per la disciplina e per il posto, condivisi dallo scrivente.

L’opera scelta il va pensiero dal Nabucco e la marcia trionfale dell’Aida sono quanto di più epico scritto nell’opera italiana che si è sempre caratterizzata – un po come il nostro paese – più per la commedia che per la tragedia.

Il Sud Africa, i suoi posti, le condizioni imponenti e questo modo – l’unico possibile, a fondo scala – di approcciare questo amatissimo sport meritano in pieno l’epica.

Un’epica con una cifra tutta italiana.

Gran parte dei video sono opera di Maleen Hoekstra, il montaggio di iSurf.

Enjoy.

Mauritius forever III

È possibile tornare ad avere 30 anni?
Forse no.
È possibile amare un posto quanto io ho voluto bene a questo piccolo splendido pezzo di terra nascosto in mezzo all’oceano e scoperto quasi per errore?
Difficile.
Tornerò mai a serfare ai livelli in cui ero qui dentro?
Impossibile. In effetti e manco me lo ricordavo il back qui era quasi mio. Quasi perché il back è ineludibile più di una bella donna.
Ma questo video permette di ricordarmi questi momenti.
E forse questo spiega la mia fissazione per foto e video.
Il tentativo se vuoi inutile di fermare il tempo per sempre.
Ma una cosa te la permette e forse anche troppo. Di rivivere da capo le emozioni.

Mauritius è uno dei tanti posti del mondo dove potrei avere una cittadinanza onoraria tanto il tempo che ci ho passato. Anche se il video si riferisce a un punto nel tempo molto speciale e che mi è molto caro.
La lista delle persone speciali che compaiono qui dentro è lunghissima quasi infinita come il video, 12 minuti con un mix di foto, video, drone, pov che TT – visti anche gli anni che ha parte di questo materiale – onestamente me spiccia il salotto de casa visto che è realizzato a budget zero.
Comincio da mia moglie Federica autrice di gran parte delle foto, il grande Paolo D’Ammassa a cui appartengono le immagini drone insuperabili e il figlio Samuele rider nel video, Andrea Aquila il romano più mauriziano che esista, Paolo Mazzoni autore di uno dei primissimi gopro pov (era uscita il giorno prima), il Gazza, Martino senza cui non avrei manco serfato – fu lui a rimediarmi in spiaggia la vela NP albero e boma che compare in foto facendo una colletta mettendo insieme gli spares di vari serfisti in spiaggia. La mia Hot arrivo con 2 set di ritardo il giorno prima di ripartire.

Poi i local. Innanzitutto Bernard e la moglie Maria che mi hanno ospitato per un numero imprecisato di anni e dalla loro splendida famiglia purtroppo tifosi tutti del Real . Dhareena che mi ha fatto scoprire l’isola quando non la conoscevo. Avinash che per anni è venuto a prendere e riportare la comunitá romana in trasferta da e per l’aeroporto e ci aiutava a trovare i mitici pick up toyota, parte fondante della vacanza.
And the list goes on and on and on.
La musica mauriziana, irricevibile, a me personalmente è sempre piaciuta e quando chiudo gli occhi e la ascolto sento ancora rumore dell’oceano da casa che rompe sul reef, il profumo acre di canna da zucchero, il caldo umido tropicale pieno di profumi ed agitato dal vento e l’odore pungente delle spezie nel mercato di Quatre Bornes che caratterizza questo angolo di paradiso.
After all, Mauritius was made first and then heaven. And heaven was copied after Mauriutius.
A single look at the emerald and jade of the lagoons cast against the lushing green of the lulling forest, the sapphyre of the ocean breaking into the acquamarine reefline, the turquoise of the sky sweetened by the white passing clouds will melt your heart and be part of it forever.
Mark Twain and Luca ❤️❤️

PS: Mark Twain was made first and then Luca. And Luca was copied after Mark Twain 😂

Haakgat e Cape Point

Il reef esposto ad Haakgat

Ennio Morricone e una hike

Daje, raccontino.
E’ un po che non vi scrivo di windsurf e devo essere onesto, mi mancava.
Sto ascoltando Ennio Morricone, un grande italiano, e sono le 5:15 del mattino. A breve andiamo per una hike con grande Max Castiglia. South Africa lifestyle at its best.

Il giovane chitarrista del lockdown suona Morricone

Haakgat. Haakgat sta a Cape Town come Hookipa sta Maui. E guarda la cosa curiosa. Sono due interiezioni. Se a Hkpa quando arriva la swella fai hoo a HKgt fai haa. Per il resto sono simili e duali, complementari per i non esperti di spazi geometrici isomorfi (Nel linguaggio scient., proprietà di postulati e di enunciati che si mutano in altri postulati e altri enunciati quando a certi enti si sostituiscano determinati altri; si dice allora che i due postulati (o enunciati) sono uno duale dell’altro, o che per essi vale il principio di d. (e lo stesso si dice anche degli enti che si scambiano tra loro).
Haakgat è mura a sinistra. Hookipa mura a destra. So far so good.
Sono entrambi le migliori e più frequenti ondi di posti che svettano al mondo per consistenza e bellezza delle condizioni. Sono due spot gemellati.
Ma sono anche molto diversi.
A Hookipa l’acqua viaggia per migliaia di km nell’oceano che ai portoghesi che per primi ci si affacciarono dallo stretto che prese il nome dal suo scopritore, Magellano sembro pacifico. In realtà migliaia di km più in alto le tempeste artiche e del nord pacifico di scagliano con veemenza da costa a costa, dal giappone a canada e stati uniti. Ma raramente lambiscono le hawaii. Alle Hawaii arriva solamente il “rigonfiamento” del mare, lo swell appunto.
TBC

Hawaiian Delight


Preambolo

International visitor? Google translated version of this post. Not perfect but still better than a kick in the nuts. Stream the video to your TV from vimeo iSurf video channel while you read the article.


Nuovo papiro, come li chiama Andrea.

Se siete pazienti leggete l’articolo e poi guardate il video. Ca 30 minuti di intrattenimento. Se andate di corsa mandate lo stream del video alla tv dal canale vimeo iSurf e leggete l’articolo mentre va il video. Vi perdono per questo!

Leggere solo se non dotati del disturbo di attenzione da cervello di pfterodattero che ci impedisce di leggere testi più lunghi dei 255 caratteri fissati da Jack Dorsey per un tweet.
JD è un noto imprenditore seriale della Silicon Valley, con carattere molto difficile. Eufemismo.
No stronzo con cui è molto difficile lavorare, a quanto dicono. Da twitter l’hanno cacciato levandogli la sua creatura.
Poi modello Steve Jobs hanno capito che è impossibile andare avanti senza il creatore e l’hanno ripreso.

Jack Dorsey. So talmente figo che mi posso permettere l’orecchino al naso e la sveglia al collo

Cosa che invece sfugge ancora a un mio ex socio e che ora sta cosa la comprenderà meglio a colpi di carta bollata sui denti.
JD è stato fondatore di Twitter, Fleetic e Square tra le altre.
Per un attimo, quando avevo Paysicuro, siamo pure stati competitor e facevo benchmark sui suoi servizi per capire come fotterlo.
Poi Banca d’Italia ci ha gentilmente spento prima ancora di farci partire. Grazie BdI, love you.
Potessi trovare nella tua vita windsurfistica sempre vento e onda come io quest’anno in ZA.


Il lavoro come prostituzione

La vita moderna è un sottile equilibrio.
Equilibrio tra tempo e soldi.
Sempre che non hai i soldi di famiglia, sei un dentista o hai uno stabilimento balneare.
Cosi tanto per dire 3 professioni a caso le prime 3 che mi sono venute in mente.
3 professioni con mix ideale di tempo e soldi.
Specie la prima.
Nella nostra società vendiamo le nostre abilità sul mercato in cambio di un compenso al miglior offerente e questo atto – che nulla ha a che vedere con il lavoro – lo chiamiamo eufemisticamente lavoro.
Mentre invece dovremmo chiamarlo per quello che è.
Un atto di prostituzione, del corpo o della mente o di entrambi insieme.In una società dove non solo è accettato ma incoraggiato quello di perdere volontariamente la propria libertà pur di sopravvivere, il tempo diventa la regina dei beni.

Andare all the way nel windsurf

Nella mia di vita non sono mai andato “all the way” col windsurf, a differenza di alcuni miei amici che ammiro.
E per un paio di motivi buoni.
Perché non avevo il talento necessario per emergere professionisticamente – e questo lo capisci subito, basta vedere il tempo che ci metti rispetto ai tuoi amici ad apprendere una nuova manovra. Raimondo Gasperini, che ho frequentato da vicino per anni, ad esempio è uno che quando è uscita la flaka l’ha portata a casa in quelle che mi sono sembrate non più di un paio di settimane.

Raimondo e la flaka

Ai tempi facevamo molte uscite insieme.
Lui in una settimana l’ha chiusa mura sinistra e dopo 2 la faceva a una mano.
Talk talent!
Michele Mancini? Un altro che si è messo li e dopo un po faceva spock a una mano e flaka.
La mia di flaka?
È la parente del back loop per il 3style.
Vidi io primo Spock a Hkpa nel 99 da Harvey Stone fratello di Josh che per un po’ fece anche Pwa che manco sapevo che fosse.
Josh mi disse – abbiamo passato molto tempo quella estate sul muretto lui, Brian Talma ed io ad aspettare le condizioni –
“Yeah you saw that Luca? Sick bro! We call that a Spock”.
Quella stessa estate mi pare usci la flaka.

Il segreto della Flaka. Buttasse de brutto all’orza e poggiare l’albero. Facile no? Stuka, come dicevano i tedeschi nella seconda guerra mondiale


Già perchè Flaka sta – molti manco lo sanno – per Flat water taka.
Già perché la taka e quindi il goiter sul piano verticale – il goiter ne è la variante sul piano orizzontale – esiste dalla notte dei tempi.
Me so entrare 2 flake in 20 anni.
1 per decennio quindi.
1 al golfetto davanti Jordy e 1 a Talamone senza testimoni.
Tutte e due, come i 2 back loop entrati bene, per errore.
Talk consistency.

Necessità di tenere la testa impegnata? Anche no!

L’altro motivo per non andare all the way windsurf – e su questo mi sbagliavo perché a Maui nel 2016 ho capito che non era cosi – ho sempre pensato di aver bisogno di mettere a terra la testa su qualche tema che la potesse tenere impegnata con profitto.
In realtà la testa anche anche quando ce l’hai buona trova modo di sfogare il proprio impulso creativo.
iSurf ne è stata l’uscita di emergenza quando ho smesso di prostituirla, e l’ho lasciata libera di impegnarsi in quel che le pareva.
Andare full way col windsurf – cosa di cui discutiamo tutti almeno da quando facciamo sto sport e spesso dopo cena accompagnando la discussione a una bella canna del tipo “Ora accanno tutto – ricordiamoci che sta girando la canna un tiro per uno – e vado a vivere a xxxx (dove xxxx è spesso solo l’ultimo posto dove abbiamo fatto le vacanze).”
Ma a xxxx siamo stati talmente bene che non ci pare vero di dover tornare a prostituirci per un anno per poterci tornare a divertire li.

Pesantata su meccanica quantistica

Attenzione segue pesantata su Shroedinger nascosta bene continuare a leggere solo se masochisiti veraci. non ci capirete un cz e direte questo è 0,5 * matto. Volare a fine pesantata se volete continuare a seguire solo il discorso principale


Esiste una soluzione “multiverso” al paradosso della meccanica quantistica del ricongiungimento tra il caos esistente nel nostro universo micro (parliamo di nano, ballerine, pico della mirandola e scott fempton) e l’ordine e la prevedibilità meccanicistica vigente nel nostro universo macro, quello dei metri e km.

pico, nano, fempton


Quello di Newton e Einstein.
Il multiverso implica che esistono parallelamente miliardi di versioni di me, anche una che chiude il back loop in piedi.
E questi miliardi di versioni di me si combinano con miliardi di versioni di uscite possibili degli eventi.
Tipo vado in Sudafrica ora a Natale 5 settimane e lascio mia figlia sola o non ci vado e faccio il bravo padre?
Noi abbiamo l’impressione di vivere uno solo di questi mondi.

Double slit experiment


Una particella di luce, un “fotone” nel famoso double slit experiment (a mio personale avviso l’esperimento più importante della storia della scienza) – quello dove una doppia fessura su una lastra viene inondata con una fascio di luce coerente, e che invece di mostrare due ombre a forma di fessura sullo schermo dietro al proiettore genera pattern di interferenza con picchi e valli bianche e nere.

Il double slit experiment


Tipo quando tiri due sassi in uno stagno, e le onde circolari si incrociano dando vita a delle belle merlature sul lago. Questo fenomeno mostra chiaramente la natura contemporaneamente ondulatoria e particellare della luce.

Interferenza onde piane circolari: l’analogia nella fisica classica

Si tratta di un vero mistero.

Il mistero di Dio

Il “mistero” per eccellenza della nostra vita.La domanda delle domande.
Che evidentemente non è se Dio esiste davvero.
Quella è facile. Ragazzi no, Dio non esiste!!
Almeno il Dio con la barba irascibile e tutto sommato un po stronzo della Bibbia. Dio è una creazione dell’uomo e non il contrario…

A rega! Ma porco me stesso che cz de casino state a fa co sto Covid?

La domanda delle domande è come fa la luce a esser insieme particella e onda (non serfabile)?
E l’unica soluzione che si sono potuti dare gli scienziati a questo doppio comportamento è che sto fotone non si sa dove cz sta.
E per la scienza – nota bene la scienza tutta compreso Einstein che pace all’anima sua non voleva che Dio giocasse ai dadi – il fotone passa contemporaneamente tra le due fessure.
Come se tu dovendo scegliere a un bivio se andare a destra e sinistra andassi a destra e a sinistra insieme. La scienza offre una connotazione e una notazione scientifica a questo fenomeno e dice 0,4 * destra + 0,6 * sinistra.
Pazzesco no?
Per cui la domanda diviene:
“Ok! Ma nel macro?”

Bra ket notation


Perché con una ragazza mi faccio una storia o non me la faccio (la storia, ovviamente) invece di avere un 0,4 * me-la-faccio + 0,6 * non-me-la-faccio?
In genere poi qui la tendenza è – sopratutto per gli ingegneri – 1 * non-me-la-faccio, dove 1 in questo caso equivale al 100% delle possibilità.

Bra Ket notation, opera del genio di Paul Dirac: la sovrapposizione degli stati quantistici up and down

Tra le tante cose che la scienza non ha capito, non ha capito come mai se guardiamo dentro di noi non capiamo dove sta un elettrone, ma se guardiamo fuori invece scopiamo cosi poco.

Le soluzioni alla equazione di Schroedinger e gli orbitali

Hydrogen Orbital Wave Function. Importanti in chimica. Escono come soluzione della equazione di Schroedinger che governa il comportamento quantistico dell’elettrone nell’atomo. Le forme identificano la probabilità di trovare un elettrone nell’intorno dell’atomo. Probabilità mai certezza.

O meglio scopiamo in maniera binaria: o si o no.
Mai si e no (eccezioni riferibili a fatti e o persone conosciute, anche su questo).
Quindi i geni de noantri della scienza che dicono?
Dicono che noi viviamo i multiversi (e tanti auguri perché per capire questo concetto dovete approfondire anche cosmologia e string theory)!

Dove c’è un universo dove scopa anche un ingegnere, specie se femmina e figa.
Con una probabilità 0,001 (1 per 1k) ma non nulla.
E questo convive con l’altro 999/1000 dove l’ingegnere in realtà non scopa.
O non chiude il backloop.
O non chiude il backloop E non scopa.
Insomma se semo capiti.


Cedere al fascino del windsurf?

Tornando quindi al topic principale c’è universo dove ho ceduto al fascino del windsurf da sempre.
Questo universo l’ho fatto mio nel 2016.
Ma per farlo mio ho dovuto liberarmi dalla prostituzione del cervello e tornare a offrigli totale libertà di azione.
Certo rimangono anche in questo multiverso purtroppo le bollette da pagare.
Che anzi nell’universo dove non ci prostituiamo e quindi ci sono meno soldi diventano molto più importanti.
E prima o poi le bollette ti recuperano e ti riportano nell’universo dove contemporaneamente ti prositutisci e non scopi.
Che ha quasi dell’incredibile! Siamo al controsenso.

La vita “normale”

Esiste anche un universo dove ho cercato di essere sempre un buon padre.
E per tanti anni Maui è stata vietata anche a me, come lo è a molti di noi.
Almeno Maui giusta quella ottobre novembre e marzo aprile.
Perché trovame un datore di lavoro che ti da 3 settimane a ottobre, il minimo sindacale per entrare in forma per l’aloha.
In compenso ho potuto prosituendomi portare la famiglia a Maui nel 2010, ma ad agosto, notoriamente il mese migliore di maui per stirare colletti della camicia a hookipa.
Bene notoriamente a maui l’estate non fa onda ma spinge i 35 nodi.
E io invece sono riuscito a beccare il multiverso agostano dove non fa onda E non fa manco vento.
Talk culo!
Enjoy questo video prodromo di cose belle che verrano.

Perché già all’epoca una parte di me aveva ceduto all’allure del sogno windsurf.
“Un giorno mollo tutto e vado a vivere a maui”
I multiversi esistono.
Nella mia vita, almeno, ho fatto anche quello.
Tipo 0,2 mollo-tutto-e-vado-a-maui + 0,8 mi-prostituisco-per-pagarmi-le-vacanze.
Mi dispiace solo che non ho il tool grafico per esprimerlo in bra ket notation come soluzione della mia personale equazione di Schroedinger.
Enjoy!

Hawaiian Delight

Content preview: swimming with the fish at Honolua, sailing summer at Hkpa and driving from Paia through Hookipa onto Haiku

Free Wave Act Petition update

Free Wave Act Petition Update. I’d like to thank all of you who have taken the time to support our battle to maintain uninterrupted access to the ocean that you can sign at the following link

Free Wave Act Fight

It’s doing rather well. Signed 670 times, 2,170 views, 137 shares.
Btw, shares are most important. So please do share!

Petition going strong

As surfers and throughout this pandemic in fact we would like to instate or reinstate worldwide the “Open wave act” passed a few years back by the Senate of California – if I remember correctly – to curb localism and violence at surf breaks.

These last few days have been hectic in South Africa.

Arrest in Sunset Beach, Milnerton

I am lucky enough to be training over here with Italy’s top windsurfing wave talent, Andrea Rosati. December to February are the best time of the year for windsurfer and kitesurfers to be over here.

All of a sudden we were barred access to the ocean by the police when ZA issued a level 3 lockdown that prohibits – among many other measures – access to beaches in worst affected provinces like Western Cape and Cape Town, where we are training.

For days we have being summoned off the beach by the SAPSs, the law enforcement officers and or park rangers depending on location.

Arrest in Langeeban, a week ago

Yesterday we decided it was enough and we enacted a protest getting out at one of the most renowned windsurfing spots in the Cape Town.
We disobeyed Police orders to come out if the water to be fined or our equipment seized or worst be arrested.

We endured the sirens, the flashes of lights and even the shooting of a bengala.

In order to avoid arrest we overstayed police and came out of the water past sunset.

Beautiful Captonian Sunset

Now I don’t want to depict myself as a hero. But here the ocean is very cold around 9°, it’s pitch black and scary, had pretty big waves, super strong and 30 knots of cold south easterly wind (“cape doctor”) and is inhabited by the white sharks.

It was not pleasant.

The next day we were able to sail as it would have been in a normal day.

But celebrations turned out to be ill fated as after another day the police started chasing surfers all over again.

So it ain’t finished yet.

Please support or fight for liberty and free waves. There is no spreading g if the virus over the ocean and the way we are being treated over here has more to do with racism – after years of exploitation blacks in ZA have strong feelings against whites and surfing is considered a white elitist sport – it is – and we are hated for that.

Police in Melkbos fining a surfer

But hey! we have nothing to do with centuries of wrongdoing by colonists here in ZA.

We are here to enjoy this marvellous country and helping its economy spending a bit of money.

This behaviour by the Government and Administration of ZA does not make any sense.

Please support our effort to have them reconsider it.

Free Wave Act fight: history of session for freedom

Overture

Free Wave Act: history of freedom session.

Ieri é stata una giornata unica.

Una session come non credo ne avrò un’altra in tutta la vita.
Col compagno di merenda che non cito ma sapete bene chi è che ha organizzato un piano diabolico – in quella testa al servizio del windsurf c’è una intelligenza molto raffinata.
Diciamo senza entrare nei particolari che abbiamo agito come un commando militare.
Per tempi e modi dell’operazione.
E nonostante abbia provato a sabotargli il piano tirando dritto con la mia macchina sulla R27 all’interno invece di fare la coastal road M14 è andato tutto bene.


La strada per lo spot

Il piano

Del resto non avevo ancora a mai dovuto guidare finora per il ws: sempre in furgone col socio.
Ma oggi serviva il doppio mezzo.
E ho anche sbagliato il parcheggio di appoggio per la via di fuga secondaria. Un po’ come se 007 in uno dei suoi film sbagliasse fermata della metro.
Alla fine però ci troviamo per il cambio mezzo nonostante il traffico intenso sulla R27 che è tutta un semaforo e una coda. Proprio quello che ci voleva per eseguire bene il piano di A.
Il risultato è che ci siamo trovati in acqua in 2.
Poi 4 aggiungendo gli altri 2 italiani.
Poi 5 e 6 aggiungendo il fiero alleaten e Tinky Winky.

La prossima volta che vi mettete la gopro sul caschetto ricordatevi a chi assomigliate. Il Teletubby gay.

Il Commando

Oltre a noi due, infatti un altro windsurfista italiano residente col nome che sembra un colore al passato plurale e come 4° un grande ex freestyler italiano responsabile marketing – toh! un fratello – del brand del mio compagno di merende e che si chiama come uno degli apostoli.
Gli altri due un tedesco residente che affitta le camere e una new entry con caschetto e gopro.
Roba da espulsione subito. Levi l’avrebbe già mandato a casa.

Il livello italiano perciò era di tutto rispetto, fatta eccezione per il janitor.
Io sono entrato di 4.6 e cube 86.
Vorrei sapere come mi possa ancora venire in mente nel posto che sapete e uscendo la sera e perciò col vento sempre a calare di mettere ancora la tavola piccola.
La scelta errata è stata chiara già dalla terza onda.
Non ho mai planato.
Appena usciti dopo 2 minuti in spiaggia si è riversata la stazione di polizia intera di Blouberg.

Tutto di corsa


I tempi che aveva calcolato il socio erano effettivamente giusti e al pelo.
Hai meno di 10 minuti per montare e entrare.
Non ho avuto manco il tempo di rimettere nel furgone il cazzabubu che ho nascosto in spiaggia.
La muta me la sono infilata di corsa a pene di segugio e si è sistemata in acqua solo dopo mezz’ora.
Avevo un simpatico buco tra collo e schiena da cui è entrata acqua a fiotti.
Sapete è una di quelle mute a ingresso verticale effetto del marketing insuperabile di Daniele “provala vedrai che ti piace”.
Muta stavolta presa solo 15 anni fa – molto meno dei 25 anni della prolunga – e che ce devi entrà da sopra e devi essere un fachiro coi muscoli di Squarcianegger per mettertela bene.
Muta che quando entra acqua dal collo si gonfia a palloncino e ti assesta due zavorre da 5 kg di acqua per parte nelle gambe.
Per fare esercizio sotto sforzo. Si si.
Non sai quanto me piace Daniè.

E quanto me manca la mia Rip Curl con cerniera sulla schiena. Per inciso una 4.3 può durarti anche più di 15 anni e rimanere semi nuova.
Poi però un anno la porti in sud Africa.
E al ritorno la butti.
Se avessi preso il tempo per sistemarmi bene la muta mi avrebbero con ogni probabilità sciroppato.
Perché girandomi e mentre attraversavo il primo set a uscire li ho visti arrivare con la furgonetta in spiaggia.

Il surf


Ora la session è stata memorabile.
2 MT di onda pettinati a tratti qualcosa di più finalmente lunga da 2/3 movimenti – di più se te la tiravi tutta fino a riva. Non i cassettoni omicidi di Sunset da na botta e via.

Che fa closeout l’onda a Sunset. Noooo .. figurete!


Sunset è un’onda ONS, da one night stand. In questo posto invece trovi l’onda della vita. L’onda da relazione stabile. Perché non provare a parlare di matrimonio col socio che ti argomenta subito che non ha senso. A me lo dice poi 😅.
In questo posto però – matrimonio o meno – se sei greedy e arrivi fino in fondo poi finisci nel “cimitero del windsurf”, definizione @AR, con ogni diritto riservato.
E dal cimitero non esci più se non coi piedi avanti. Già sperimentato sulla mia pelle. Un’onda dietro l’altra. 1 mt di shore break assassino.

Filippo Cattaneo negozia con il Cimitero – a destra – in una giornata forgiving

Passato quello in equilibrio instabile sul mio 86 con zero vento arrivi al picco che non sai mai se riesci a passare. Perché hai sempre 0 vento e zero velocità e se ti rompe davanti sei carne da macello e la roba la ritrovi al cimitero dove di attende un altro quarto d’ora a negoziare lo shore break col cuore a mille dalla fatica. Quindi meglio lasciare gli ultimi 2/3 movimenti e uscire a mezzo reef passato il picco quando l’onda prepara la famosa “inside connection”.
Se esci li e non sei sulla piccola della seria ma sulla grossa, riesci a riuscire senza problemi.
Al netto dello stress quindi session da sogno.


The sun sets

Sole ormai verso il tramonto un palmo sopra l’orizzonte. Le vele controluce diventano fiamme 🔥 specie i colori del brand più rappresentato in acqua con un 2/4 e che come sapete ricorda la fiamma.Io dovevo bolinare molto più dei miei 3 accoliti avendo meno volume e spesso dovevo fare 3 bordi lunghi invece del singolo che avrebbe richiesto il mio 92. E vabbè, mai più.
Un piccolo premio era la manovrabilità sull’onda. Che però per prendere velocità richiedeva di entrare molto più deep del solito e attendere.
Mi ricordo ancora i commenti del socio a Platboom.
“Luca che ti ho detto? Devi aspettare l’onda. Ancora di più.
Non partire anche se ti viene voglia. Non partire fino a che non ti sembra che ti chiude. Quello è il momento giusto”

Come è potuto succedere


Allora tralasciamo cosa vuol dire poter contare sul feedback del socio a ogni uscita. Normalmente sono insulti per lo più meritati. Ma immaginate voi. Parolaccia oggi, insulto domani alla fine impari dal nr 1. Ogni tanto ci penso.
Ma come è potuto succedere?
E visto che una risposta non ce l’ho carpo il diem e sto zitto senza famme troppe domande.
L’altro ragionamento inevitabile in acqua riguarda l’assurdità di tutta la situazione. Abbiamo in acqua un manipolo di uomini.
Che per determinazione a inseguire il sogno del windsurf non sono evidentemente secondi a nessuno. Altrimenti al posto loro ne avreste avuti altri 4.
Stanno sfidando l’oceano meridionale – si sente ai piedi il morso freddo dell’artico – e le onde stesse che cavalchiamo vengono dai roaring 30s e dai thundering 40s.
Il colore dell’oceano è nero.
Un nero di mistero e di minaccia.
Un nero di freddo.
Un nero di terrore.
Ricordo le prime volte col socio almeno 15 anni fa qui in questo spot.
Il terrore! Perché di terrore parliamo.
Ma A. – all’epoca non eravamo ancora soci – a un certo punto uscirà dall’acqua?! Ma gli squali 🦈 non mangiano proprio all’alba e al tramonto?
Come mi ha raccontato Vittorio Marcelli di una session in un secret a Mauritius sulle bocche di un fiume col suo di famosissimo compagno di merende, quando cadi ti tiri subito su e metti in sicurezza i piedi a tenaglia. Le gambe le tiri su e attenagli la tavola oppure ti sdrai nella vela.
Come se 2 micron di Mylar ti potessero difendere da uno dei predatori più antichi e famelici del pianeta.
Tra l’altro in quel viaggio Bjorn mi regaló – oltre a una sua t-shirt nera che lui aveva lasciato al ristorante e io gli avevo fatto riavere e che ancora conservo – anche una bella chicca.
Parlandogli proprio io per primo di quello spot mai navigato prima di lui e dove poi usciranno e io starò già lì a fargli le foto – e parliamo di 21 anni fa – gli chiesi
“do you think it’s sailable?”
“Luca. Anywhere you can sail”

Tornando a noi la mia condizione fisica fa schifo.
Dormo poco da mesi e avevo dormito ancora meno la notte prima.
Ma – ehi – ho passato più tempo al galleggio sul cube a maui che seduto al tavolo del Café des Amies con Stefano Maffini – per cui su quella tavola ho un equilibrio che ci potrei attraversare l’Atlantico al galleggio e arrivare in Argentina dal mio amico Alejandro che mi sta proprio di fronte se mi tiro un bordo lungo.
Quindi al galleggio navigo e rimonto il vento.
Lento ma sicuro. E prendo onde. Tante onde.
Mentre questo manipolo di uomini coraggiosi che hanno sfidato tutto per essere qui – le convenzioni sociali, il buon senso comune, il Covid, gli affetti familiari, l’oceano e a cui aggiungere la polizia viene quasi gratuito – sfida quindi l’oceano le forze dell’ordine che in teoria paghiamo per tenerci al sicuro cosa fanno?
Ci minacciano a colpi di fari, di sirene, gesticolando di uscire.
A un certo punto indispettiti della nostra totale insubordinazione lanciano un razzo di segnalazione, un bengala che unito alle sirene e alle luci, rendono l’atmosfera da Apocalypse now.

L’oceano meridionale

Apocalypse Now scena di surf


Manca solo la cavalcata delle Valkyrie e il surfista lanciato in elicottero dietro le linee nemiche. Travata creativa di John Milius, assistente alla regia in questo film di FF Coppola, ma meglio noto a noi serfisti come regista di Big Wednesday.

Le sirene incutono paura. Navigo un bordo lungo per non sentirle.
Ma il vento è off la sera e sono ancora percettibili 2 miglia fuori.

A piedipiatto sudafricano!
Guarda che so de roma e noi nella storia se semo incartati pure Annibale coi suoi elefanti, e per ripicca glie avevo distrutto casa e non contenti sparso il sale perché più nulla ci crescesse.
E c’avemo un traffico che la tua R27 onestamente ce fa ride.
Ma pensi davero che mo esco dall’acqua?
Co sta condizione della madonna?!!
Ma che, davero davero? Come direbbe Enrico Brignano, il santino di ottimismo che noi romani portiamo nel cuore 💔?

Enrico Brognano


Minacciati invece di essere difesi

E così sotto le minacce di chi dovrebbe difenderci proseguiamo il nostro silenzioso ma coraggiosissimo atto di protesta e ci riconquistiamo questo spot. Almeno per oggi. Dopo essere stati scacciati dalla spiaggia almeno le 3/4 volte precedenti, pronti a tutto, anche all’arresto.
Già perché quando fai queste cose metti in conto che può andare male e che per la felicità di mammà domani potresti fare i titoli dei giornali a casa
“Gruppo di serfisti italiani sconsiderati arrestati per non aver rispettato le norme anti contagio”.
E vai giù di media shaming e pubblica gogna.
Come il gruppo di romani in vacanza a porto rotondo questa estate, diventati colpevoli di aver contratto il covid per futili motivi.Ne ho incontrato uno sul campo da golf. Di 30 amici che erano su sono ammalati in 28. Il sintomo più serio tra i 28 contagiati sono stati 3 gg di cefalea. Una vera pandemia di cefalea.

Covid?

Ma sapete bene come la penso di questa rappresentazione teatrale COVID-2021 e dei veri obiettivi che serve e di chi l’ha organizzata. Ma andiamo avanti.
Se pero prima vi comprate “i padroni del mondo” di Noam Chomski.
Non un noto rivoluzionario trotzkista. Ma un Prof rispettabile americano, che ha una cattedra all’Mit di Boston, è esperto di cognitive science, uno dei building dell’intelligenza artificiale che a me tanto affascina.
E’ il padre della linguistica moderna.
Non un coglione quindi.
Almeno così, a occhio.

Già .. la normativa anti contagio.
E noi chi dovremmo mai poter contagiare?
Le foche forse?

Quindi proseguo la mia session ogni tanto incrociando i compagni, vuoi in virata, vuoi serfando, vuoi a riuscire quando te spizzi l’onda dell’altro.
Preoccupato sempre che possano serfare meglio di te.
Perché diciamocelo noi serfisti siamo molto competitivi e uno con l’altro avarissimi di complimenti.

Dopo 2 ore sono cotto.
Ho perso il conto delle onde che ho preso.
Ho i crampi dalla stanchezza.
Ho freddo.
I piedi sono talmente congelati che quando entro nel pad stretto col risvoltino per il controllo modello skateboard voluto da Levi per serfare mi faccio male perché non ho più la sensibilità alle dita.
Navigo infatti orgogliosamente un Quatro Cube 86 che è LA sua tavola preferita di tutti i tempi avuta con benedizione rubinetto orbi dalle sue vive e veraci mani. E che lui non voleva darsi via.

Il gioeillo di famiglia


Maledetta Polizia!

Sono stanco morto.
Ma non posso uscire.
Maledetta polizia!
Incrocio il socio.
“A. che famo?”
Oh, io in tutto questo in acqua non vedo a 10 mt.
Quando non vi saluto in acqua non è perché me la tiro o sono ignorante.
No io proprio nun ve riconosco manco da qui a là.
Ho smesso 10 anni fa di metterermi le lenti per due motivi.
Te le metti con le mani sporche di sabbia e basta un granello di sabbia che dopo 2 ore trovi gli occhi 👀 iniettati di sangue 🩸. Non credo gli faccia bene. Se poi ti cadono – basta aprire gli occhi – a quel punto veramente diventi ceco abituato ai 2 gradi di correzione.
Come successe più di 30 anni fa mentre tentavo di salvare uno a Jameos de l’Agua e di portarlo a riva con un albero rotto.
Mi dissi “mai più”.
Noi miopi poi di giorno a pupilla stretta vediamo quasi 10/10.
Ma la sera col diaframma aperto facciamo molta fatica. I contorni si sfumano e gli oggetti perdono definizione.


A sapere che succede in spiaggia


Quindi vedevo si il casino in spiaggia ma non sapevo esattamente cosa stesse succedendo.
“A. che famo?”
“E che voi fa? Aspettamo. Stanno lì”

Dopo un’altra mezz’ora assisto al tramonto mentre navigo.
Con i miei soci.
Uno spettacolo che attraverso gli occhi entra diritto nel cuore e poi nell’anima.
Una esperienza mistica.
Con mia grande sorpresa constato che continuiamo a vederci ben oltre il tramonto specie a uscire. A entrare ormai è tutto nero e si fa fatica a distinguere l’onda mentre la serfi. Già perché stiamo ancora serfando.
Sono stanco.
Ho paura.
E se rompo ora che è buio?
Se cala il vento di brutto?
Che faccio, mi consegno alla polizia?
Perdo la libertà, ma salvo la vita.
Perché col freddo questi sono i ragionamenti che fai.

In acqua sono rimasti solo gli italiani.Il tedesco ha rotto.
Tinky Winky invece é tornato dagli altri Teletubbies.
Chissà saranno già a Robben Island ora?

Robben Island

Robben Island la cella di Mandela. Mai dimenticarsi da dove arriva questo paese


Nella cella di Mandela?
Loro – noi – tutti combattenti politici per la libertà di pratica del surf.
Fuck it!
Io esco e mi faccio bere dai caramba sudafricani e mi faccio mettere in cella con Tinky Winky. Sai che divertimento?!
Quello viola di Teletubby è stato progettato per esporre i bambini da subito al messaggio della loggia gay.

Incrocio l’apostolo
“M. il che si fa?”
Urla qualcosa in risposta che si perde nel vento.
E mo che avrà detto ?!?
Che ha visto un megalodon al largo?

Puoi andare ora se vuoi

Altro bordo, altra onda, incrocio di nuovo A.
Gli occhi del cieco.
“Luca ora puoi rientrare se vuoi sono andati via”

Avete presente speedy gonzales? Lo struzzo? La nuvoletta? Gniaooom! Ecco..

Beep Beep


Ultima sorpresa

Esco e vedo sul castelletto di prua in legno del parcheggio che ci sono 3 persone con fare sospetto.
Proprio quella terrazza in legno teatro di 100k selfie sorridenti e inebetiti dall’adrenalina.
Ma non quest’anno.
Porca puttana, non erano andate via le guardie allora!?

Urlo in italiano, col mio sense of humor che non mi abbandona, manco nella disperazione.
“Scusate siete i ranger?”
Mi risponde una voce amica in italiano quella di Massimiliano Castiglia.
“Si certo e ora ti portiamo in galera”

Comincio a smontare.
Dopo 2 minuti arriva il socio che sembra colto da un raptus e smonta modello ferrari ai box per il cambio treno.
Andiamo a recuperare l’altro mezzo dalla via di fuga del piano.
In macchina apro la chat iSurf.Messaggio del caro Marco.
“Allora com’è andata @Luca Ocean, il mio acronimo whatsapp. Siete ancora vivi?”


W il windsurf, w la libertà

Facciamo col socio dal furgone un welfie sorridente che non posso allegare ma che la dice tuta. Facce al contempo divertite e terrorizzate.

Viva il windsurf.
Viva la vita.
Viva la liberta.

PS: E non rompete che il post è lungo. L’arte ha i suoi tempi e i suoi modi. Se non vi piace leggere, passate a topolino che i fumetti so più corti. Grazie.
PS2: la situazione oggi si è alleggerita per cui metto il selfie. E se conferma leverò le circonlocuzioni per difendere l’identità del commando e – chissà – un giorno forse li rafferò pure. Ieri infatti è stata scritta una pagina della storia del windsurf internazionale.

Trilogy, Morocco, Talamone and Greece

Trilogy, Morocco, Talamone and Greece. A stack of videos to start the day on the right foot

Lavanono Trilogy
https://www.youtube.com/watch?v=dSBUyAUz8s4
Maroc
Talamone Freestyle
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Vele, persone speciali e fratelli

2 minuti con doppia attrezzatura in mano sul reef alla Punta e 40 nodi

Sail Repair: Nora Alessandroni

Vele, persone speciali e fratelli. Nora Alessandroni non ha certo bisogno della mia presentazione. Ma come non la conoscevo io, magari non la conosce qualche altro.
Oltre a fare fotografie di WS, come sapete, ad alzo zero come lo scrivente, ripara le vele.
E le ripara molto bene.


Senza persone simpatiche e di talento come lei e Mauro Vinci questo sport non sarebbe lo stesso. E’ incontrare persone cosi che lo rende cosi interessante e speciale.

Baby is back! Grazie Mauro!


Board repair: Mauro Vinci

E – incidentalmente – uno scassatutto – compreso quello che non si può dire – come me senza di loro avrebbe un bel problema.Ricapitolando gli ultimi 12 mesi:
– boma, scassato e riparato
– tavola, scassata e riparata
– vela, scassata e riparata
A Roma.
Dopo aver fatto due mezzi inverni di fila alle Hawaii senza neanche spostarmi la messa in piega.
E dopo una vita sul windsurf dove ricordo le cose che ho rotto e entrano dentro na mano monca.
Makes sense, giusto?
Hkpa con un albero tutto ok.
Paesello con 2 mt scassination.

Il Goya Cube 92 ma in realtà 78 di LS – il mio omonimo – pronto per affrontare Ikea!


Welcome back to my surfing buddy preferito da sempre: el mi fratello!

Per levarmi un macigno dalla scarpetta, stavolta pero non è colpa mia.
E’ come al solito colpa de mi fratello.E’ entrato domenica alla Punta senza trapezio in acqua.
Uno spot che io ho imparato a trattare con deferenza dopo il mio naufragio modello schettino sugli scogli.
Solo lui e la Tartaglia sono capaci di tanto.
Ma per non perdere tempo invece di riportare la roba indietro dal reef esposto del paesello, mi ha lasciato la roba sua a me che gli stavo a fianco.
Che con 40 nodi, 2 mt di onda e una corrente tipo onda di piena equinoziale dello Yangtze dovevo tentare di tenere le attrezzature lontane che svolazzavano come uccelli – specie il mio sacro cubo LS appena riparato – che invece si toccavano e con la corrente spesso le vele finivano sul reef.
Perché vento e corrente come nelle migliori tradizioni avevano direzioni opposte.
Ho provato a urlargli la difficoltà ma con 40 nodi è servito a poco.
Bilancio de sti 5 minuti de follia consanguinea?
Vela mia – aho la mia mica la sua eh!? la mia ovviamente – con un bel taglio e na bella riga bianca da pinna sul nero della grafica del deck del cube.

Ma mica solo la vela .. a no eh!


A brother is forever.
Ma anche i danni che te fa, spesso, sono forever.

Bella come una bella donna forse anche di più



Anni fa mi distrusse completamente la moto in un incidente da fermo, moto prestata per una settimana per fargli rimorchiare una all’università.
Quindi un taglietto sulla vela a paragone non è nulla.
Da gran signore che è me la rimise in piedi.
Con una marcata preferenza a sinistra ma almeno in piedi.
Gli costo più di quanto la avessi pagata io quasi nuova, ma non ne facemmo mai parola.


Enter V40 T5 SW: la regina delle station!

Volvo V40 T5 SW 250 CV – manco i razzi accellerano come sta macchina.


Altro episodio memorabile.
Volvo V40 T5 benzina 250 cav rigorosamente aziendale la più bella macchina che ho mai avuto.
Roma-Talamone sotto l’ora e mezzo, quando ancora su autostrada e aurelia se poteva correre impunemente.
Vado a Mauritius gliela lascio per la sardegna.
Si addormenta – versione ufficiale ma puzza de sms lontano un miglio – e centra un cippo laterale.
Non mi dice nulla – conoscendomi e per evitare di perdere malamente la vita – e la fa riparare segretamente.
Prendo la macchina in mano al ritorno faccio 10 metri e sento che pende da na parte come la moto.
Guardo i semiassi e vedo che da na parte il copriruota era tutto rivettato.
“Pronto? Dottore la disturbo?”
“No guardi carissimo non mi disturba affatto!”

Love you Matteo.
Sarà per quello che per professione ripari cristiani rotti?

Scarpette, anyone?

Le scarpette diversity del Janitor. Arcobaleni, scarpette colorate, lunghe telefonate col Polix. Incomincio a vedere uno schema..



PS: speaking scarpette, vi piacciono le mie nuove? €10.. perfette per camminare sugli scogli l’estate. Per il surf?? Ho avuto un raptus quando le ho comprate. Vabbè in settimana vado da WP a prende quelle vere..
PS2: mio fratello non è su FB. Quindi da sempre posso parlarne male o malissimo a seconda dei casi senza temere smentite.


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Colpo di coda alla ERW2020

Ray vs Lorenzo

Non è ancora finita!


Nell’ultimo mese il janitor di isurf ha svolto un gran lavoro media e i risultati di vedono: l’account Instagram iSurf sta letteralmente esplodendo.
Un po anche grazie a questo boost instagram, Lorenzo sta ora riaprendo l’armadio della ERW2020 che era già chiuso.
Ma non va sottovalutata la sua grande idea creativa e ottima esecuzione, accompagnata da una gran bella foto, che non guasta mai.
L’ERW2020 perciò si riapre e grazie a un puro caso perché il primo premio, la felpa per l’Imperatore, se non fosse stata dimenticata a casa sarebbe già nelle zampe – ehm – mani del Re Leone, ora anche Imperatore di tutte le spiagge.
Ma si sa l’harem dei leoni è spesso insidiato da giovani maschi inesperti che cercano la loro fortuna.

Replay ora necessario!

E qui Lorenzo dalla retrovie di internet è balzato a grande notorietà.
I due beniamini sono distanziati di meno di poco più di 50 impression:
Raimondo ha 1168 impression e 322 engagement total
Lorenzo ha 1115 like e 78 engagement totali.
Per come era stata deciso il formato della competizione quindi 1490 a 1193.
Meno di 300 impression + engagement separano perciò Ray da Lollo.
Se si dovesse verificare l’impossibile sorpasso invitiamo da subito i due maschi alfa a contendersi il titolo con una heat in acqua al prossimo scirocco.
La composizione della giura – lo diciamo da subito cosi evitiamo problemi dopo – sarà a totale ed insindacabile discrezione di iSurf al fine di garantire la èiù toitale imparzialità. Perciò, forza Lorenzo!!! 😂🤣

International: iSurf Mike Buster 2016

Sul fronte internazionale invece possiamo definire il podio dell’intervista con maggiore engagement.

Si conferma winner della iSurf Mike Buster 2016

1) Federico Morisio 1457
2) Josh Angulo 1379
3) Jason Polakow 1368
4) Robby Naish 1346
5) Sara Houser 1303 prima delle donne

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