Sorry you have no rights to view this entry!
Category: Windsurfing (Page 1 of 4)
La storia di una bellissima passeggiata in quel di Silvermine, il parco sulle montagne che dividono la zona di Costantia da Nordhoek.

A fine 1600 si pensava che queste montagne contenessero argento. Ora sono parte del parco nazionale di Table Mountain, che ne garantisce la conservazione.
Ci sono vari percorsi di trekking, quello che ho scelto porta all’Elephant Eye, una caverna. Non ci sono arrivato (round trip 2.5 hr) ma devo essere stato molto vicino, visto che mi sono affacciato ad Hout Bay, dall’altro lato della montagna quindi, e ci ho messo 2h e 10.

Bellissimo il percorso nel fynbos, la vegetazione tipica di Table Mountain e Cape Point, che non finisce mai di stupire. Se osservate da vicino farete fatica a vedere due cespugli identici. E questo probabilmente è uno dei motivi per cui Cape Point peninsula da sola costituisce uno dei regni vegetali al mondo. Gli altri 4 sono grandi come continenti o multi-continente.

Mentre attraversavo l’ultima parte del percorso, verso un punto di osservazione denominato a ragione Eagle’s Nest, una coppia di aquile di Verraux mi sono passate a fianco mentre volavano contro corrente – il forte vento che proveniva dall’oceano, accelerato dalle montagne a picco su Hout Bay – a poco più di un metro da terra. Purtroppo è mancata la prontezza con la macchina fotografica. In un secondo erano già lontane.
































Un breve video, per dare una idea di quanto è suggestivo trovarsi catturati tra le nuvole a pochi metri di altezza e la vegetazione del parco.
Ho chiesto infine a ChatGPT un suo breve contributo sul parco. Ecco cosa ne pensa il nostro amico artificiale. La cosa interessante che la prima volta si è inceppato. E aveva scritto cose abbastanza diverse. Si vede che anche lui è multipersonalità..
Il Parco Naturale di Silvermine è una bellissima area naturale situata nel Parco Nazionale di Table Mountain a Cape Town, in Sud Africa. Il parco è famoso per le sue splendide vedute delle montagne circostanti, nonché per la sua abbondanza di fauna e flora.
Il parco si estende su un’area di oltre 2000 ettari ed è casa di una vasta gamma di animali, tra cui babbuini, antilopi e diverse specie di uccelli. L’area è anche rinomata per la sua ricca vegetazione fynbos, unica nella regione floristica del Capo.
Una delle principali attrazioni del parco è la diga di Silvermine, una popolare area per picnic, nuoto e pesca. I visitatori possono anche godersi una serie di attività all’aperto, tra cui trekking, mountain bike e arrampicata.
Il parco è facilmente accessibile e offre molte opzioni per esplorare l’area, tra cui sentieri ben segnalati e punti panoramici. Durante i mesi primaverili, il parco è particolarmente suggestivo grazie alla fioritura della vegetazione fynbos.
Inoltre, il parco offre anche un centro visitatori con informazioni sulla storia e la geologia dell’area, nonché sulla fauna e la flora che vi abitano.
In sintesi, il Parco Naturale di Silvermine è un’esperienza imperdibile per chiunque visiti Cape Town, offrendo la possibilità di immergersi nella natura selvaggia della regione e di godere di panorami mozzafiato.

Sunset in Sunset
Non potendo surfare qualche giorno fa mi sono messo a guardare i miei amici windsurfisti. Ero andato per fotografare Mitch, che però era al parcheggio prima ed aveva appena finito. Sono arrivato col sole già calato ed ho avuto il tempo di fare qualche scatto.














Silenzio parla Agnese.
Mi sono fermato a Misty Cliff col mitico Waggy ch era venuto per farmi delle foto.
Misty Cliff il vento non bastava ma guardate lo spettacolo!


Capiamoci bene
Storia di una uscita al capo con l’alta marea
Che se semo inventati oggi?
Di uscire a Cape Point con l’alta marea.

Ma vediamo bene perché. Conosco il Sudafrica diciamo .. benino.
E che Cape Point lavori con il fading SE ce sta.
Quindi perché non ho controllato per tempo le perversioni?
Valloasape.
In compenso so italiano, e da bravo italiano sono andato a fare colazione da 3CT, e li ci ho trovato altri italiani e serfisti come me.
“Cape Point oggi lavora, hai visto?”
“A voja!” (ma porca di quella imbarazzata come ho fatto a farmelo sfuggire?)
Torno a casa, controllo le call e vedo no slot. Daje
Già ma quanto ce vole pe Cape Point da Blouberstrand?
“Ma guarda stai sull’ora” (tempo misurato circuitando da presso una nana bianca, ndr)
Vabbe quindi nora anda nora rianda serfo un paio di ore sto a casa per la call.
Apro gmaps (nb al Capo ci sarò andato non meno di una 20ina di volte divise in varie iteriazioni) e esce fuori la triste verità, che potrei dovrei sapere bene: 1:45.
Porca paletta, corri!
Me butto, per trovarmi bloccato sulla R27 (detta anche la strada della speranza .. di non trovacce traffico visto che porta in città) 20 minuti per non aver svoltato in tempo.
Arrivo e m’ero dimenticato della marea.
Già al Capo si esce di bassa.
Ovviamente – vedi tu il culo – era bassa la mattina presto quando sono usciti tutti. Mo sono le 12:00 e stanno andando tutti via.

Vado a vedere. La situazione non è rosea. La spiaggia già non si vede più. La spiaggetta sottovento dove si ripara con l’alta non esiste più. Una distesa di scogli. Sabbia lavata via dall’oceano. Scogli relativamente tondi, ma dall’aspetto abbastanza solido. Tipo roccia insomma.

Monto in macchina per andare via.
Poi penso. Ho speso 15 euri per entrare e fatto 2 ore di macchina.
Sto al Capo. Quando me ricapita?
Retromarch e me butto.

Entrare dalla spiaggetta non è difficilissimo, se uno sa stare in equilibrio col ventone e tavola e vela in mano mentre saltella tipo stambecco marino di scoglio in scoglio. E riesce pure a capi ndo mette i piedi roccia dopo roccia senza guarda, perché in mezzo davanti e sotto di te hai la vela. Uno skill da serfista avanzato, direi.
Arrivo all’acqua più o meno illeso.
Parto e pijo subito un bel set sui denti, con la temperatura dell’acqua capesca (o capiana? sembra appena uscita dal freezer e due anni fa abbiamo fatto simpatici bordi con un pinguino).
Esco fuori vento floscio per la 4.5 e onde da alta.

Ecc .. è quello che ho pensato pure io!
Moscioni senza parete e che vanno a chiudere.
Passano 10 minuti e già penso a che me dovrò inventare per uscire dall’acqua. In queste situazioni (maui, mauritius uguale) in cui entri che non sai se ne esci intero, di fatto l’uscita non te la godi tanto. Perché già stai ad architetta che te dovrai inventa per tornare a terra sano.
Mette vento 20 forse 25 sotto raffica. Le onde, salendo la marea, aumentano. Improvvisamente mi ricordo dove sono!
E’ il cavolo di Capo di Buona Speranza, tristemente noto ai navigatori che spesso aspettavano settimane per dribblarlo in sicurezza.

Becco una serie a uscire. Sembra che la passo. Mollo la roba sul picco del tutto stallato e cado, apparentemente salvo per un pelo.
La tavola ha la grande idea di farsi prendere dall’ultimo fremito di onda, un mostro in arrivo diretto dal southern ocean, e con la suddetta onda si fa quei 150 mt verso riva, ma sarebbe meglio dire verso le rocce.
Mi risolvo all’unico vero sport che pratico con continuità da quando sono nato: il nuoto.
Nella variante già ampiamente praticata a maui con incentivo di 5k se arrivi primo. I 5k non li guadagni, ma li risparmi evitando che la roba venga sfracassata sulle rocce. Oltre ad avere un mezzo per rientrare, che non è male trattandosi dell’aperto oceano e di correnti non proprio banali.
Certo non so più quello da sotto il minuto sui 100 stile. Dopo 50 metri chiamo subito il terzo uomo e il massaggiatore della squadra per un piccolo break.
Do un’occhiata e vedo che la roba si è avvicinata tanto.
Do una occhiata dietro e vedo le sorelle dell’onda che aveva portato a spasso la roba.
L’adrenalina fa il miracolo.
Parto tipo eliscafo e recupero la roba prima dell’arrivo dell’ultima della serie che avrebbe definitivamente stampato tutto su imprecisato punto della costa.
Riprendo a serfare e nonostante la piccola avventura riesco quasi a divertirmi. Siamo in 3 e questo mi conforta.
Prima di schiantarmi io a uscire – la spiaggia a questo punto non esiste più solo rocce – vedrò che fa uno dei due.
Quindi il piano è serfare e fino a che uno dei due non rientra e poi seguirlo.
Aho, ragazze e ragazzi, in acqua vale la legge della savana. Mors tua vita mea.
Di certo non volevo aprire la sagra degli spalmati a roccia.
Ma mi vedevo un buon secondo.
Finalmente uno dei miei pariah rientra. Vedo che rimane tra acqua e rocce un buon paio di minuti. Non un buon segno.
Poi lo vedo issarsi sulle rocce e .. salvo.
Già, ma la roba?
Da fuori impossibile dire se ha fatto un toast con la tavola.
La mia è nuova e per rispetto al lavoro di Gianni mi dispiacerebbe schiantarla proprio subito.
Cosi mi serfo un’onda fino all’imbocco della baietta e poi punto a riva.
Incredibilmente i settoni di prima mi graziano e arrivo in un momento di calma. Un po’ per scelta ma tanto per culo.
Arrivo alle rocce dove si tocca, non bene, e già cammini su un fondo roccioso molto sdrucciolevole.
In qualche modo isso tutto, non prima di aver perso la vela che si riempie di acqua con una risacca per fortuna in maniera non critica: è di fatto un ottimo modo per fracassare il rig quello di riempirlo di acqua su onda di risacca.
Appena più o meno in salvo separo tavola e vela e me la cavo con qualche sgraffignata sulla tavola (siamo all’inevitabile) + i piedi scartavetrati ma nulla di che.
Al final chi me l’ha fatto fa?
Me l’ha fatto fa il fatto che ho messo un’altra ora e mezzo di oceano sotto la cintola, in un posto che amo con onde che noi in Italia manco vediamo in cartolina.
Il resto è noia.
O – al massimo – il post di un blog.
Allego le foto dell’ultimo entrato, quando eravamo usciti tutti e 3 (la prima delle 3 al finale era è donna e se non sbaglio la conosco pure..)
Questo collega in foto invece entrando l’ho sentito chiamare i suoi dei ed avi nordici più volte a voce alta quando un paio di serie l’hanno spalmato sugli scogli al centro della spiaggetta di ripiego.
Sembra senza danni, visto che poi ha serfato.
E dopo aver visto le nostro fantozzinate a uscire, ha optato per la solida e lunga via di Platboom. Cosi denominato proprio perché stai sul Plat e non sulle Rocks. Il boom è il rumore di quelli che escono dalla (ex) spiaggetta. Ora ribattezzatta roccetta.



Ultimo update presumibilmente della petizione.
Abbiamo quasi raggiunto 1000 sottoscrittori: mi auguro questo succederà entro stasera domenica 18/12/2022.
Siamo già andati a parlare con un Consigliere regionale che ha preso a cuore la vicenda. Lunedi saremo insieme a Raffaele Giannitelli Architetto Ambientale e Marco Begalli in rappresentanza degli atleti Italiani ed Internazionali a parlare con l’Assessore allo Sport del Comune di Tarquinia.
Mi auguro che l’incontro sarà risolutivo e che la notte possa tornare a dormire sonni tranquilli.





Update Petizione dell’11/12/2022
Sono entrate nuove firme eccellenti, come ad esempio Russ Faurot un local fortissimo e super simpatico di Maui, e ne sono state annunciate diverse altre che però ancora non si sono concretizzate.
Mancano invece ancora tanti troppi atleti italiani.
Per quanto riguarda le firme VIP possiamo contare su diversi illustri rappresentanti dell’economia Italiana ed Internazionale: Il capo Europeo di Google nonché fratello di Scott Mr. Craig Fenton, diversi rappresentanti di alto livello dell’industry Venture Capital e Private Equity, l’ex nr 4 indiano di Google Inc e suo responsabile M&A per 15 anni, diversi serfisti illustri Italiani (Paolo Dammassa di Connexia, Enrico Orsenigo di Palladio Capital) più tutti i VIP che riuscirete a mettere dentro voi.
Riallego il foglio excel aggiornato con i grafici per gli amanti delle statistiche.
Stay connected with iSurf on all its channels!
Stay connected to iSurf on all his channel and buy off the shop to support the site.

Update Petizone Mercoledi 07/12/2022
La petizione come sempre va bene ma non benissimo.
Per controllare se ci siete.
Normalmente se uno vuole comparire e non compare è la conferma dell’indirizzo mail che non è stata fatta.
Ma ho assistito personalmente a casi (mia zia 90enne che mi ha chiesto di firmare per lei) che la mail non arrivava proprio.
In questo caso vi consiglio di fare una chiamata di assistenza a Change.org e chiedere a loro. Questo è il link

Elogio della Notte
Sono nato con una caratteristica.
Sono hyper. Qualcuno dice bipolare, spesso con l’intenzione di offendermi.
Offendermi di che, visto che un personality trait?
E’ solo un modo di rendersi molto ineleganti.
Come ricordare a un malato di tumore che lui il prossimo campionato non lo vedrà finire.
Qualcuno molto fastidioso ha pagato con l’allontamento coatto.
Qualcun’altro si è allontanato da solo, non riuscendo a capire o forse tutto sommato fregandosene.
Ma al di la di questo, qualsiasi cosa sia questa mia caratteristica è un vero dono.
Senza i miei sleep patterns per creativi, iSurf – la mia opera preferita – non esisterebbe. Samantha-fund non esisterebbe. Non esisterebbe la mia capacità di digerire tomi universitari nottetempo come ho fatto con l’Intelligenza Artificiale, la Meccanica Quantistica e con molte altre curiostà intellettuali che ho soddisfatto.


Senza questo sleep pattern non avrei mai potuto conciliare queste attività con un lavoro quotidiano peraltro molto sfidante.
Non sarebbe nata la petizione.
Non scriverei articoli sui miei 2 blog.
In sostanza molte delle cose per cui mi conoscete e spero mi apprezziate non ci sarebbero.

Mi conforta che come vedete in figura sono in buona anzi direi ottima compagnia. Sembra che questa mia caratteristica si accompagni a un particolare estro creativo.
Mi sono accorto di questo “dono” da giovanissimo. Di notte scrivevo poesie, suonavo la chitarra (per beneficio dei vicini), leggevo. Unica nota in comune era sempre lavoro creativo.

Questo dono va saputo gestire. Siamo fatti di carne ed ossa e daje e daje anche una tempra solida come la mia si sfianca e va in burn-out. Quando questo succede purtroppo parte l’aggressività e il nervosismo fino a che il corpo non molla e parte una fase di recupero in cui riesco a dormire bene il mio senza interruzione, la mia urge to write diminuisce (ma non scompare!) perché scrivere è come portare fuori qualcosa che nasce dentro di te a zero sforzo. Questo articolo per esmpio in questo momento ce l’ho nella sua interezza e devo trascriverlo attraverso una tastiera.
Qualcuno mi ha detto di curarmi. Innanzitutto curarmi da che? Un tratto della personalità? E poi con quale obiettivo? Togliemi un’arma segreta.
Quello che ho fatto invece negli anni è stato quello che va fatto quando si ha un grande potere: imparare a gestirlo con parsimonia.

Ho provato anche in varie occasioni ad aggredire la carenza di sonno, l’unico vero problema grave che ingenera la mia condizioni a lungo andare, con rimedi leciti ed illeciti, chimici (farmaci, fumo), organici (camomilla), psicologici (relax pre sonno, no-tech after 21:00) , farmacologici (EN), estetici (la musica). Nulla di tutto questo ha funzionato. E spesso faccio un cocktail di varie cose per aggredire il probelma. In questo momento ascolto i Notturni di Chopin – How appropriate – ho una bella camomilla, ho preso le mie goccette di EN e fumo una sigarettina magica mentre scrivo.
Verso le 8 di mattina realizzero che tutto questo non è servito ma avro un nuovo articolo del blog. Autorefrenziale visto che usero il disturbo del sonno per scrivere del disturbo del sonno. E l’autoreferenza è alla base del teorema di Goedel e il teorema di Goedel alla base del machine awakening il risveglioo cosciente delle macchine, come ho spiegato in vari articoli nel blog di Samantha cercate nella sezione AI.

Petition to claim back “La Frasca”
La petizione va bene ma non benissimo.
Mancano un sacco di nomi che ci dovrebbero essere del windsurf romano.
Mancano un sacco di atleti che ci dovrebbero essere.
Fatemi un piacere.
Scorrete l’elenco e chiamate stamattina stessa mentre andate al mare chi non ha firmato e .. cazziatelo.
Perché un conto è non fare una minchia di concreto in quasi un anno e mezzo, altro fregarsene quando qualcuno si attiva.
Li diventi proprio colpevole.
Chi non sta qua dentro, nella testa di chi ci sta, dovrebbe perdere il diritto di surfare la Punta quando la faremo riaprire.
Perché vi do una notizia, la facciamo riaprire.
Con l’occasione ringrazio i pro italiani e internazionali che hanno firmato:
Marco Begalli Graham Ezzy Kai Katchadourian Ferdinando Loffreda Andrea Rosati Jake Schettewi Levi Siver Simeon Glasson
Come potete vedere mancano nomi che non dovrebbero mancare. Traetene le logiche conclusioni.
Ringrazio inoltre i miei amici personali che hanno firmato – siete ovviamente tutti amici, qui io elenco solo quelli che non avrebbero firmato se non glielo avessi chiesto direttamente io.
Philip Adamidis Nora Alessandroni Fabio Annovazzi Antonello Antonelli Silvia Avitabile Fiamma Avvantaggiato David Bagley Lorenzo Catapano Claudio Chiappari Isabella Cozzoli Edoardo Geraldini Luca Goldoni Andrea Marcosignori Marco Maroni Francesco Marrese Serafino Palagonia Enrico Parmeggiani Fiorello Paternoster Paolo Perucci stefano porcu Simone Santori Paul Wagstaff
Anche tra i miei manca un botto di gente.
Molto probabilmente analizzando più attentamente ne escono altri, ma aomunque manca sempre un sacco di gente.
Scorrendo potrete vedere chi manca e già da oggi attivarvi per farlo firmare.
La nostra forza è il numero. Fate in modo che sia il più alto possibile.
Inoltrate per favore la petizione a chi può firmare sia in Italia che all’estero
Luca